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Come e perché

10/06/2020

Come e perché

di Davide Lajolo

Luigi Drago, originario di un paese del Monferrato, torna a casa per salutare l’ultima volta il padre morente. Riprende così contatto, in pieno inverno, con la sua terra, la sua gente, da cui le vicende della vita e della politica – è militante comunista – l’hanno allontanato. La dignità del padre di fronte alla morte, accettata come connaturata con il destino dell’uomo, lo porta a farsi domande esistenziali e politiche.  

Nelle vigne e nei boschi coperti di neve Drago (che «fin da bambino aveva masticato più orgoglio che pane… cresciuto timido e rivoltoso, un misto tra moralismo piemontese e gusto di giocare la sua carta magari per rompersi l’osso del collo») fa il suo esame di coscienza confrontando le sue radici contadine con l’impegno politico in città a fianco degli operai e ponendosi le domande essenziali e confermando che l’ingiustizia sociale è all’origine di tutti i mali nel suo paese come nel mondo. della sua campagna Attraversando i luoghi della sua campagna in piena solitudine, gli tornano alla mente storie del passato a volte di sangue e di cupi delitti commessi nell’arcaica comunità contadina, a volte storie di follia e di ingegnosità visionaria.

Lajolo, che è stato il primo biografo di Pavese e Fenoglio, in queste pagine tra mito e realtà allaccia un dialogo simbolico con Cesare Pavese di Paesi tuoi e Beppe Fenoglio di La malora.

 

Davide Lajolo è nato a Vinchio (Asti) nel 1912 da una famiglia contadina, ultimo di quattro figli maschi. È stato partigiano, scrittore, giornalista e politico.

Nella Resistenza, comandante con il nome di battaglia Ulisse, combatté nel Monferrato e descrisse quei giorni in Classe 1912, poi ristampato con il titolo A conquistare la rossa primavera. Tra le altre opere: Il vizio assurdo (1960), su Cesare Pavese; Il voltagabbana (1963), in cui parla del suo passaggio dalla fascinazione  fascista alla scelta partigiana;Pavese e Fenoglio (1971); Giuseppe Di Vittorio (1972); Poesia come pane (1974); Fenoglio. Un guerriero di Cromwell sulle colline delle Langhe (1974); Veder l’erba dalla parte delle radici (premio Viareggio per la letteratura nel 1977); I me (1978). Ha diretto per oltre dieci anni (dal 1948 al 1958) l’Unità di Milano, quotidiano del PCI, è stato deputato per tre legislature e ha diretto il settimanale “Giorni Vie Nuove” (dal 1969 al 1977). E scomparso a Milano nel 1984. La prima edizione di Come e perché  è del 1968.

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