Associazione Davide Lajolo Onlus

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L'archivio Davide Lajolo

riordino dell’Archivio Davide Lajolo* - di B. Alice Raviola

Un percorso di carte dal 1936 al 1984

L’Archivio Davide Lajolo comprende le carte e i materiali variegati prodotti e raccolti da Davide Lajolo, uomo politico, giornalista e scrittore, nel corso di un’attività indefessa e versatile, le cui prime testimonianze risalgono ai saggi poetici e giornalistici del 1936 per terminare nell’anno stesso della morte, avvenuta a Milano il 21 giugno 1984.
Si tratta di documentazione di straordinario interesse storico attraverso la quale è possibile osservare, da un’angolatura privilegiata e immersa nei fatti, la storia d’Italia del Novecento: dalla sofferta transizione dal fascismo alla Resistenza; dalla politica interna alle relazioni internazionali con il comunismo sovietico, cinese e slavo; dal giornalismo militante de «L’Unità» alle strutture parlamentari nazionali e alle imprese letterarie ed editoriali con le più importanti case editrici del periodo; dalla ribalta della carta stampata alla sperimentazione con i mezzi radio-televisivi e cinematografici.
L’Archivio è stato notificato dalla Soprintendenza dei Beni Archivistici del Piemonte e l’inventariazione è stata sostenuta dall’Associazione Davide Lajolo con il contributo della Provincia di Asti.

Presentazione delle serie archivistiche

In accordo con Laurana Lajolo, si è provveduto a individuare cinque serie portanti, riprendendo quando era possibile la divisione prevista dall’autore:

La prima serie costituisce l’ossatura storico-professionale dell’intera esistenza di Lajolo: le 7 buste di Corrispondenza contengono le missive e i carteggi a partire dai primi biglietti vergati sul fronte della guerra civile di Spagna (1936-38), quando era tenente dell’esercito italiano, ai dispacci segreti diramati dal fronte astigiano della Resistenza (1943-45). Il nome di battaglia di Ulisse rimane, anche dopo il periodo partigiano, la marca distintiva di buona parte delle lettere scritte e ricevute soprattuto negli anni dell’incarico di caporedattore de «L’Unità» di Torino (1945-1947) e poi di direttore dell’edizione milanese de «L’Unità» (1948-1958).
Per quanto riguarda la sua attività di saggista e romanziere emerge il rapporto privilegiato con Cesare Pavese: dalle lettere che Pavese gli scrisse all’elaborazione de Il vizio assurdo; dalla pubblicazione dell’Epistolario pavesiano voluta da Giulio Einaudi – il quale ebbe con Lajolo duri scambi di opinione (b. 3, fasc. 3.1) – al rimaneggiamento del libro in forma di sceneggiatura teatrale e alla partecipazione di Lajolo a numerose trasmissioni radiofoniche e televisive in ricordo dell’amico scomparso. Vi sono anche carteggi con studiosi stranieri che tradussero o proposero di tradurre Il vizio assurdo in altre lingue, dagli Stati Uniti alla Francia, ai paesi del blocco sovietico.
Tra i corrispondenti italiani spiccano i nomi di amicizie e frequentazioni di una vita: Cesare Zavattini tra i primi, e come lui molti registi e uomini di cinema e di lettere (Antonioni, Visconti, Fellini, Pasolini, etc.), numerosi artisti verso i quali Lajolo nutrì profonda curiosità specie negli anni della maturità come Guttuso, Nerone (alias Sergio Terzi), Floriano Bodini e molti altri, alla cui fama Lajolo contribuì con articoli e la presentazione di mostre. » Elenco delle serie

L’Attività giornalistica (bb. 8-14) è complementare ai vari carteggi. Costituisce di fatti il precipitato edito e divulgato su testate di rilevanza nazionale, come “La Gazzetta del Popolo”, “Il Giorno”, “Il Corriere della sera”, “La domenica del Corriere”, delle posizioni di Lajolo nel corso delle esperienze vissute in politica e nel mondo della letteratura. Negli articoli raccolti vi sono anche numerosi riferimenti ai suoi incontri con i grandi esponenti della politica mondiale (Mao Tse-Dong) e italiana (Togliatti, etc.). A proposito di Mao e della Repubblica Popolare Cinese, va segnalata la presenza di due buste (9 e 10) in cui sono raccolti i taccuini prodotti da Lajolo durante il suo epocale viaggio in Cina (settembre-ottobre 1956) in occasione del Primo Congresso del Partito comunista cinese. » Elenco delle serie

La serie Attività politica è composta da due buste (15 e 16) contenenti copie degli Atti parlamentari delle Legislature III (12 giugno 1958-18 febbraio 1963), IV (16 maggio 1963-9 marzo 1968) e V (18 giugno 1968-9 marzo 1972) cui Lajolo prese parte come deputato eletto nella circoscrizione Milano-Pavia e, in taluni periodi, come deputato questore. Gli argomenti principali su cui intervenne sono l’abolizione della censura teatrale, televisiva e cinematografica, di cui si occupò anche nella Commissione di vigilanza RAI, e la garanzia di maggiori diritti per la classe operaia con particolare attenzione alle grandi fabbriche torinesi e milanesi. » Elenco delle serie

Nella serie Opere (bb. 17-41) si trovano i materiali utilizzati da Lajolo per la stesura dei suoi libri; i manoscritti e le prime versioni dattiloscritte, spesso tormentate dalle correzioni a penna dell’autore; i risultati editoriali e le proposte di traduzione in più lingue de Il vizio assurdo, la sua opera più fortunata, e de Il voltagabbana, che è ben più di un’autobiografia politica. Sono collocati in questa sezione anche i saggi biografici, dedicati a uomini politici (Giuseppe Di Vittorio), e a intellettuali di spicco del presente (le Conversazioni in una stanza chiusa con Leonardo Sciascia e con Mario Soldati) e del passato (Gozzano e Manzoni), appunti e saggi su Pavese e Fenoglio.
La serie comprende anche le sceneggiature che Lajolo, talvolta in collaborazione con scrittori e registi (Zavattini, Age e Scarpelli, Ettore Scola, Diego Fabbri), trasse dai suoi scritti. Alcune furono realizzate per la RAI e per il cinema: dal mediometraggio Le Langhe di Cesare Pavese, con la regia di P. P. Ruggerini nel 1961 (fasc. 36.19), al film La strada più lunga, con Gian Maria Volontè e la regia di Nelo Risi, liberamente tratto da Il voltagabbana nel 1965 (fasc. 36.21); dal Ricordo di Guido Gozzano (fasc. 36.26) ai tre episodi di Gente delle Langhe, con la regia di V. Cottafavi, girati per la TV dei ragazzi nel 1974 (fasc. 36.25). La riduzione teatrale di Fiori rossi al Martinetto di Valdo Fusi (1968), annunciata in cartellone allo Stabile di Torino nel 1971 con il titolo I giorni, gli uomini, non fu mai rappresentata perché accusata di eccessiva ideologizzazione (il testo e le polemiche al fasc. 30.3). O per l’adattamento teatrale de Il vizio assurdo, concepito a quattro mani con Diego Fabbri e messo in scena nel 1974 con la regia di Giancarlo Sbragia e la magistrale interpretazione di Luigi Vannucchi (poi morto suicida come Pavese) (fasc. 24.6)
L’ultimo gruppo di fascicoli della serie contiene gli scritti che Lajolo ricevette da altri: tra i molti saggi su Pavese, si distinguono senz’altro i libri e le poesie di un personaggio pavesiano come il conte Carlo Grillo, dipinto come l’eccentrico Poli de Il diavolo sulle colline (fasc. 41.2-41.4), ma anche un inedito di Salvatore Quasimodo, che fu corrispondente e recensore di Lajolo (fasc. 41.5). » Elenco delle serie

Molto corposa è la serie Rassegna stampa, che appare come un’ideale prosecuzione dell’archivio personale di Lajolo, con le molte recensioni ai suoi libri. La serie comprende anche la documentazione prodotta in occasione delle commemorazioni del 1989 (b. 44), del 1994 (decennale, b. 47) e del 2004 (ventennale, b. 48). Nel primo caso, si tratta degli Atti del convegno Davide Lajolo, poesia e politica (Alessandria, Dell’Orso, 1990), preceduti dalla corrispondenza intrattenuta da Laurana Lajolo con studiosi italiani e stranieri, giornalisti e politici in vista della preparazione della giornata di studio (15 giugno 1989). Si annoverano poi i materiali sulle manifestazioni per il ventennale della morte (1984) culminate nel convegno I filari del mondo (1984), che apportò nuove indicazioni di studio su Lajolo e il suo tempo.
» Elenco delle serie

* Il testo è uno stralcio dell’Introduzione all’Inventario dell’Archivio Davide Lajolo stesa dalla dott.ssa B. Alice Raviola a completamento del suo lavoro.

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