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Per Betti Zambruno

14/12/2022

Per Betti Zambruno

Betti era una leonessa generosa e creativa. Nella sua voce c’è la vita che continua insieme a noi. Laurana

Il 29 agosto del 2020 Betti Zambruno ha ricevuto il Premio Davide Lajolo “Il ramarro” per le sue qualità artistiche e di ricercatrice della canzone popolare e per l’amicizia sempre dimostrata verso l’Associazione culturale Davide Lajolo.

Il 18 ottobre 2020 Betti è intervenuta nell’incontro della XII edizione del Festival del Paesaggio agrario, tenuto alla Fondazione Cesare Pavese di Stefano Belbo sul tema Lo sviluppo delle comunità rurali:

“Sollecitata ad intervenire dal racconto di un progetto di ricerca, in corso, sui “paesaggi sonori”, pensato in epoca di lockdown, presentato da Bobbio, in relazione alle mie esperienze di ricerca e di riproposta nell’ambito della musica popolare e tradizionale, mi sento i esprimere alcune idee:

- la musica e il canto hanno un grande potenziale di aggregazione e hanno fornito un fondamentale contributo alla trasmissione della memoria, narrando, attraverso le storie cantate,  vita, contesti,  rituali,  episodi cruciali della vita delle comunità. Ciò è avvenuto nella cultura contadina dei nostri territori ma è un percorso estendibile a tutti i territori del pianeta.

- le considerazioni di Piercarlo Grimaldi sulla profonda modificazione che le comunità contadine hanno subito, in relazione all’evoluzione prodotta dall’industrializzazione e dalla complessità della società globale odierna, suggeriscono di ritenere conclusa l’epopea di un mondo rurale che trasmette valori e senso di appartenenza. Ciò mi trova concorde ma mi spinge a sottolineare il grande valore della trasmissione orale dei saperi e delle conoscenze, fulcro di quella realtà.

- l’oralità deve restare un settore della trasmissione delle conoscenze e della memoria perché in grado di creare relazioni che non possono esprimersi in altre forme di comunicazione, soprattutto in tempi così “digitali” dove le forme espressive vengono codificate o in una scarna scrittura o in immagini “confezionate”. Pertanto occorre trovare nuove modalità di ricerca per continuare a dare rilevanza alle fonti orali.

- se abbiamo ormai ricostruito e compreso, raccolto e conservato ciò che le comunità contadine avevano da raccontarci sul passato più lontano, si può pensare di lavorare con lecomunità di persone che hanno vissuto le grandi trasformazioni, più recenti, con le modalità tipiche della ricerca sul campo, adattate al contesto odierno. Sono certa che si avrebbero risultati interessanti nell’esplorare le trasformazioni del vissuto delle comunità. Temo che sarebbero un po’ meno interessanti, ahimè, i risultati su analoghe ricerche in campo musicale data la predominanza assunta dalla musica commerciale!”

nella foto: Storie Cantate - Betti Zambruno