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Sulle colline partigiane - passeggiata tra storia, memoria e musica

30/07/2018

Sulle colline partigiane - passeggiata tra storia, memoria e musica

Comunicato stampa

Il terzo appuntamento sugli itinerari letterari di Davide Lajolo si svolgerà  a Vinchio sabato 25 agosto tra le vigne della  zona d’eccellenza dell’Unesco. Il percorso ricorda la passeggiata quotidiana di Davide Lajolo nelle ferie d’agosto nella vigna di famiglia sul Bricco di San Michele tra Vinchio e la frazione di Noche. Su quel bricco c’è ancora il piccolo casotto presso cui lo scrittore si sedeva a parlare con i suoi fratelli contadini e a questo luogo ha dedicato nel 1962 uno dei suoi racconti più intensi “Sul bricco dei cinquant’anni” ora ripubbolicato in “Cuore di terra” (ed. Araba fenice).

La passeggiata è organizzata dall’Associazione culturale Davide Lajolo, dal Comune di Vinchio, dall’Israt e dall’Anpi con il patrocinio del Comitato per i valori della Resistenza e la difesa della Costituzione Consiglio regionale del Piemonte.

Il ritrovo dei partecipanti è alle ore 15.30 al Monumento al Partigiano in Piazza S. Marco a Vinchio, dove si è accolti dal Sindaco Andrea Laiolo. Quindi ci saranno le visite guidate al Museo di Davide Lajolo “Vinchio è il mio nido” e alla Casa della Deportazione dell’Israt.

Alle ore 16.30 inizierà la passeggiata per il Bricco di S. Michele con due fermate alla lapide di Vittorio Benzi, ragazzo di 17 anni catturato il 2 dicembre 1044 nella cantina di casa sua e deportato a Mathausen dove è morto tre mesi dopo, e alla tomba monumento, in cui sono sepolti il ten. Oreste Laiolo, medaglia di bronzo al V.M. e il cap. Ettore Lajolo, medaglia d’oro, entrambi morti durante la prima guerra mondiale.

Al Bricco di S. Michele Valentina Archimede leggerà di fronte all’anfiteatro delle colline il racconto del nonno “Sul bricco dei 50 anni”, in cui Davide Lajolo, proprio su quel bricco del padre, fa un bilancio della sua vita avventurosa.

Verrà consegnato al giornalista scientifico Piero Bianucci il Premio Davide Lajolo Il ramarro

Quindi la musica degli Archensiel con Paolo Penna chitarra e Mariarosa Negro voce. A fine concerto l’Azienda agricola di  Severo Laiolo offrirà la merenda in vigna con i suoi vini.

Il ritorno in piazza S. Marco percorrerà il sentiero di Rivi tra vigne, noccioleti, prati.

La partecipazione è gratuita.

Il percorso è parte su strade sterrate e parte su strade asfaltate. Si declina ogni responsabilità per eventuali danni a cose e/o persone che si verificassero nel corso della manifestazione.

info@davidelajolo.it, sindaco@comune.vinchio.at.it, info@casamemoriavinchio.it

Domenica mattina dalle 10 alle 12 è possibile visitare “Art’900-Collezione Davide Lajolo” Palazzo Crova, via Crova 2 Nizza Monferrato. Durante la passeggiata è disponibile il volume di Davide Lajolo “Gli oumini dell’arcobaleno”, una riedizione artistica a cura dell’Editoriale Giorgio Mondadori degli scritti sugli



SCHEDA PIERO BIANUCCI

Scrittore e giornalista scientifico, Piero Bianucci è editorialista a "La Stampa", quotidiano dove per 25 anni ha diretto il settimanale "Tuttoscienze", e collabora con la radio-tv italiana e svizzera.

Ha scritto una trentina di libri di divulgazione dedicati all'astronomia, alla questione energetica, alle scienze della Terra, alle telecomunicazioni e alle tecnologie di uso quotidiano.
Già docente a contratto di Comunicazione scientifica all'Università di Torino, ora insegna in un Master post-laurea dell'Università di Padova.
Dal 1985 organizza mostre scientifiche e "GiovedìScienza".
Nel 2010 ha curato i testi del Museo Lombroso di antropologia, riaperto a Torino dopo molti anni di abbandono.
Sempre a Torino nel 2011 ha progettato e realizzato il museo interattivo per bambini "XKE’-Laboratorio della curiosità".
Nel 1992 la International Astronomical Union ha assegnato il suo nome al pianetino 4821scoperto da Walter Ferreri.
Fino alla fine del 2017 ha diretto il mensile "Le Stelle", fondato da Margherita Hack, che ha lasciato per incompatibilità con il nuovo editore.
Nel gennaio 2015 ha pubblicato "Vedere, guardare. Dal microscopio alle stelle, viaggio attraverso la luce" (UTET). Nel 2017, con il fisico Enzo Barone, "L'infinita curiosità. Breve viaggio nella fisica contemporanea" (Edizioni Dedalo).

 

SCHEDA PREMIO

Premio Davide Lajolo - Il ramarro

L’Associazione sceglie ogni anno una o più personalità, che si siano distinte nel mondo della cultura, del giornalismo, dell’arte, della tutela e valorizzazione del paesaggio e dell’ambiente, con profondo senso civile, a cui dare il premio intitolato allo scrittore, un premio simbolico intitolato Premio Davide Lajolo – Il ramarro.

Il nome Lajolo deriva dal termine dialettale lajeu che indica appunto il ramarro, un animale che ha le sue origini nella preistoria e che ha rischiato di scomparire. Oggi nella Riserva naturale della Val Sarmassa è ridiventato un protagonista della fauna. E’ un animale pacifico, ma sa difendersi dalle aggressioni.

Il premio è iniziato con la manifestazione Poesia in musica – incontri con cantautori e sono stati premiati Roberto Vecchioni, Massimo Bubbola, Gianmaria Testa, Enrico Ruggeri e Massimo Cotto, organizzatore della manifestazione.

Quindi sono stati premiati Rinaldo Bertolino, rettore dell’Università di Torino e originario di Vinchio, il giornalista Luigi Veronelli, il direttore d’orchestra Marcello Rota, il presidente dello Slow Food Carlin Petrini, Francesco Ravetti, guadiaparco della Riserva Naturale della Valsarmassa, il presidente dell’associazione Arvangia e ricercatore di tradizioni popolari Donato Bosca, i giornalisti Mimmo Càndito Carlo Cerrato, Beppe Rovera, Nicola Caracciolo, Laura Boldrini, portavoce ONU per i rifugiati politici, Concita De Gregorio, direttore de L’Unità, lo scultore Gaudenzio Nazario, l’assessore della Regione Piemonte Mario Valpreda, il complesso musicale dei Nomadi, gli attori Lucilla Morlacchi, Lella Costa e MarcoBaliani, Vincenzo Gerbi dell’Università di Torino, Facoltà di Agraria, Sergio Miravalle, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte, Giuliano Noè, enologo, la poetessa Maria Luisa Spaziani, il procuratore della Repubblica di Torino Gian Carlo Caselli, il direttore del Centro Trapianti di fegato delle Molinette Mauro Salizzoni, il procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Torino Raffaele Guariniello, l’Associazione familiari delle vittime dell’amianto, all’artista Ugo Nespolo, ai fotografi Mark Cooper  e Giulio Morra, all’attoree autoreAntonio Catalano e nel 2017 al procuratore capo della Repubblica di Torino Armando Spataro, il fumettista Gino Vercelli  e il giornalista scientifico Piero Bianucci. artisti corredati dal catalogo delle opere della Collezione.

 

SCHEDA DEL TEN. ORESTE LAJOLO E DEL CAP. ETTORE LAJOLO

Oreste Lajolo (1894-1916), tenente del IV Reggimento Genova Cavalleria, rimasto appiedato e circondato dai nemici, morì valorosamente in combattimento sul Carso nel settembre 1916 e fu insignito della medaglia di bronzo al valor militare. E’ sepolto nella tomba di famiglia a Vinchio.

Il capitano Ettore Lajolo, (1889-1917), nel 1911 fu assegnato con il grado di sottotenente di cavalleria al 13mo Reggimento Cavalleggeri del Monferrato. Nel dicembre 1914 fu inviato in Libia con il grado di tenente. Nel 1917 rientrò in Italia e, divenuto capitano, si fece assegnare al comando del 4° squadrone al Reggimento Genova Cavalleria, a cui apparteneva il fratello Oreste. Il cap. Laiolo partecipò con la 3a Armata alla battaglia di Pozzuolo del Friuli (29-30 ottobre 1917) contro le forze tedesche che cercavano di impedire la ritirata dopo la rotta di Caporetto. Dopo due giorni di duri scontri che aveva decimato le forze italiane, la 3ª Armata era riuscita a ritirarsi oltre il Tagliamento, ma su ordine del gen. Cadorna dovette ancora resistere un giorno. Il 27 lo squadrone era ormai circondato dal nemico, ma il capitano effettuò un'ultima carica, in cui fu ucciso. Gli fu assegnata la medaglia d’oro al V.M. alla memoria, con questa motivazione: “Preposto col suo squadrone alla difesa di due sbarramenti, contro i quali il nemico esercitava il maggior sforzo, vi resisteva tenacemente, dando mirabile prova di fermezza e di coraggio. Ricevuto l’ordine di ripiegare faceva rimontare a cavallo i superstiti dello squadrone e, sebbene a malincuore, dava inizio al ripiegamento, ma, percorso breve tratto di strada ed accortosi che l’avversario, liberato dalla resistenza, avanzava baldanzoso, senza esitare un istante, pur sapendo di andare incontro a morte sicura rivolgeva il suo cavallo verso il nemico e con splendido entusiasmo gridava ai suoi soldati: “Giovanotti qui parla Genova, il quarto squadrone non scappa, ma si calca l’elmetto e galoppa!” e con ciò dire si scagliava alla carica seguito dall’intero reparto. Crivellato di ferite cadeva tra i suoi nemici rivivendo però nella storia del suo reggimento come una delle figure più fulgide dei numerosi suoi eroi. Pozzuolo del Friuli 30 ottobre 1917
E’ sepolto nella tomba di famiglia a Vinchio A lui è dedicata una via nel centro storico del Paese.

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