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Culture 32 - Attraversare il deserto. Migrare, Lavoro

02/02/2016

Culture 32 - Attraversare il deserto. Migrare, Lavoro

È uscito il nuovo numero di Culture

Abbiamo usato come metafora dei contenuti di questo numero l’immagine di uomini, donne e bambini che stanno percorrendo mari e terre su barconi e a piedi anche attraverso il deserto per cercare un approdo migliore per il loro futuro in Europa. Viene alla mente una frase della Bibbia su Abramo, che fiducioso nell’ordine ricevuto dal suo Dio, si è incamminato nel deserto “senza avere fretta e senza avere paura”. Anche per la seconda sezione Dossier Lavoro si può usare la metafora del “deserto”. I dati sull’economia locale forniti dalla Camera di Commercio indicano la mancanza di crescita, l’aumento della disoccupazione e la grave condizione dei giovani senza lavoro. 



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Abbiamo usato come metafora dei contenuti di questo numero l’immagine di uomini, donne e bambini che  stanno percorrendo mari e terre su barconi e a piedi anche attraverso il deserto per cercare un approdo migliore per il loro futuro in Europa. Viene alla mente una frase della Bibbia su Abramo, che fiducioso nell’ordine ricevuto dal suo Dio, si è incamminato nel deserto “senza avere fretta e senza avere paura”. 
 
Nella sezione Migrare Domenico Quirico delinea le trasformazioni che subiscono le persone nei loro avventurosi e terribili cammini da un continente all’altro. Quando arrivano da noi vengono accolti, come documentano Alberto Mossino, responsabile del Piam, e Beppe Amico, direttore della Caritas, che, con modalità diverse,  hanno costruito un modello di accoglienza che viene riproposto anche in altre località, come sottolinea il viceprefetto Paolo Ponta. Ousman Fanneh, che è arrivato dal Gambia e ora ha ottenuto 
lo stato di rifugiato, racconta la sua storia che  assomiglia a molte altre. 
 
Asti non è nuova al problema migratorio. Ricorda Giorgio Galvagno, allora sindaco, come la città ha reagito all’”invasione” degli albanesi nel 1991.Poi molti di quegli albanesi sono diventati cittadini italiani e astigiani come File (Matilde) Guli.
 
Il nuovo appuntamento per molti stranieri residenti è l’ottenimento della cittadinanza secondo le procedure amministrative attuali, elencate da Mario Piantadosi, in attesa che il Parlamento approvi la legge sulla cittadinanza che riconosce questo diritto anche ai minori di 18 anni appartenenti a famiglie straniere, a determinate condizioni. Di stranieri nella nostra città ce ne sono molti e di diversa provenienza come attesta la scheda con dati forniti dal Comune. Per indicare una prospettiva positiva viene pubblicato 
un percorso didattico, condotto all’IPSIA Castigliao, sulla convivenza civile tra studenti italiani e stranieri portatori di culture diverse eppure in grado di mescolarsi, come indica il titolo inventato da loro Caffelatte. 
 
Ma tra i migranti tanti sono i bambini “invisibili”, cioè quelli nati da genitori senza permesso di soggiorno, che non possono essere iscritti all’anagrafe e quindi sono “inesistenti”. Uns scheda dà qualche indicazione sulla loro condizione. 
 
La migrazione trascontinentale di massa è, dunque, il problema sociale, economico e culturale per eccellenza del nostro tempo, ma la classe dirigente europea si dimostra assolutamente inadeguata a gestirlo in modo adeguando e tenta di contenere le pressioni erigendo muri. Analizza questa componente Laurana Lajolo che riflette sui processi di globalizzazione che hanno superato ogni confine statale, ma hanno aperto la ricerca di recinti territoriali ristretti per mantenere l’identità della comunità. 
 
Anche per la seconda sezione Dossier Lavoro si può usare la metafora del “deserto”. I dati sull’economia locale forniti dalla Camera di Commercio indicano la mancanza di crescita, l’aumento della disoccupazione e la grave condizione dei giovani senza lavoro. I contributi di Roberto Gonella sulla chiusura delle aziende e di Mauro Ardissone sulla crisi del commercio, di Riccardo Coletti sullo sfruttamento di salariati per la vendemmia tracciano un quadro articolato della “discesa”, mentre Giovanni Prezioso fa proposte per 
ricostruire le opportunità di lavoro, che Maurizio Spandonaro individua già nei primi risultati del Jobs Act. 
 
Alessandro Berruti prova a delineare le prospettive del futuro tenendo conto dei cambiamenti in atto e di quelli prevedibili. La scheda sulle tendenze demografiche indica chiaramente un preoccupante calo di natalità in Italia nei prossimi vent’anni, per cui avremo bisogno di manodopera straniera dall’Africa e dall’Est Europa. E quindi migrazione e lavoro vanno pensati come un binomio necessario per la crescita.
 
Nella Bacheca pubblichiamo un ricordo di Oddino Bo, un bilancio della manifestazione “Libri in Nizza”, i nuovi progetti dell’Associazione Davide Lajolo e si dà notizia dei libri dello scrittore recentemente caricati sul sito www.davidelajolo.it.
 
Il racconto fotografico di Beppe Chiodi illustra il centro storico di Nizza Monferrato, dichiarato patrimonio storico dell’umanità dall’Unesco un anno fa.
 
NOTA. Mentre la rivista è in via di pubblicazione assisto con preoccupazione e dolore alla strage di Parigi del 13 novembre, ma contestualmente al fanatismo criminale e intimidatorio, ribadisco la convinzione che il dialogo coi migranti è la chiave di volta per costruire una nuova forma di civiltà in una società multietnica europea.

L.L.