Associazione Davide Lajolo Onlus

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Consegna del Premio Davide Lajolo “il ramarro”

Asti, ore 17 Salone consiliare Provincia di Asti - 09/12/2021

Consegna del Premio Davide Lajolo “il ramarro”

a DARIA BONFIETTI Presidente Associazione Parenti delle vittime della strage di Ustica

Il Premio Davide Lajolo Il ramarro del 2021 verrà consegnato a Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica.

Le indagini sui responsabili della sciagura sono ancora aperte, ma Bonfietti continua a battersi per giungere alla verità sulle responsabilità e per mantenere memoria.
Molto emozionate è il Museo per la memoria della strage di Ustica. 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Presidente dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, Daria Bonfietti, un messaggio:

Nel 2015"Nel trentacinquesimo anniversario della tragedia che ha fortemente segnato la storia recente del nostro Paese desidero esprimere a lei, gentile Presidente, e all'intera Associazione la mia vicinanza, nel ricordo delle vittime.
Rievocare Ustica non significa solo alimentare la memoria di coloro che sono stati strappati ingiustamente alla vita e agli affetti, ma riaffermare l'impegno di perseverare nella ricerca tenace di una verità finalmente univoca sull' accaduto.
Faccio mia la stringente domanda di giustizia che sale sia dalle famiglie così duramente segnate per la perdita dei loro cari sia dalla coscienza civile dell'intero Paese affinchè, anche a livello internazionale, venga doverosamente assicurato un contributo atto a rimuovere le troppe pagine di opacità che continuano a pesare sulla nostra vita democratica e che attendono risposte.
Con questa consapevolezza e con questo auspicio, invio a tutti il mio cordiale, partecipe saluto".

Roma, 27 giugno 2015

Le motivazioni ufficiali del premio:
"Per l’impegno tenace nella ricerca della verità e delle responsabilità della strage del DC 9 Itavia a Ustica il 27 giugno 1980e per la volontà di mantenere memoria delle 81 vittime nel Museo permanente di Ustica a Bologna."


In occasione della consegna:
- Saluti delle Autorità
- Dialogano con Daria Bonfietti
Fausto Ciuffi, direttore di Villa Emma di Nonantola,
Laurana Lajolo, presidente Associazione culturale Davide Lajolo
Mario Renosio, direttore Israt.
- Proiezione del video Un museo tra storia e presente
- Tre mattoni una canzone di Daniele Dal Colle (ascoltala qui)


Attività correlata:
10 dicembre ore 10,00
Incontro con gli studenti dell’IIS V. Alfieri

Con il Patrocinio di Provincia di Asti, Comune di Vinchio, Comune di Asti
Info: info@davidelajolo.it, 348.7336160

LA STORIA DELLA STRAGE DI USTICA

Il 27 giugno 1980 alle 20.08 parte dall’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna il volo Itavia 870 Bologna-Palermo, due ore dopo l’orario previsto con a bordo 81 persone, 64 passeggeri adulti, 11 ragazzi tra i due e i dodici anni, due bambini di età inferiore ai 24 mesi e 4 uomini d’equipaggio.. L’arrivo è programmato per le 21.15.

Dopo un’ora di volo il DC 9, poco prima delle 21, perde il contatto radio con l'aeroporto di Roma-Ciampino, e scompare nel mar Tirreno. Nei giorni seguenti il silenzio delle autorità alimenta i sospetti di una collisione.

Il silenzio sulla tragedia permane fino al 1986 quando alcuni deputati inviano un appello al Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, chiedendo di dissipare i dubbi su un’eventuale azione militare lesiva di vite umane e di interessi pubblici primari.

Viene fondata l’Associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica per opporsi all’insabbiamento delle indagini da parte di esponenti militari per tenere lontana la verità dell’accaduto con danno alle istituzioni democratiche.

Le indagini procedono a rilento: il 16 marzo 1989 il primo collegio peritale, nominato nel novembre 1984, dopo quattro anni dalla tragedia, consegna al giudice istruttore Bucarelli la sua relazione. I sei periti dichiarano che  gli elementi a disposizione fanno ritenere che l’incidente occorso al DC9 sia stato causato da un missile esploso nella zona anteriore dell’aereo, ma rilevano che mancano elementi sufficienti per precisarne il tipo, la provenienza e l’identità. Le indagini proseguono per identificare il tipo di missile, ma due periti hanno dei ripensamenti.

La Commissione Stragi del Parlamento, presieduta dal senatore Libero Gualtieri si interessa al caso e approva nell’aprile del 1992 la relazione che indica al Parlamento le responsabilità delle istituzioni militari di menzogne, di reticenze, di deviazioni.

In sede penale si attesta un coinvolgimento internazionalefranceselibico e statunitense poiché il DC-9 sarebbe stato coinvolto in un combattimento aereo, bersagliato per errore da un missile sparato da un caccia NATO contro un MiG libico.

Il 15 maggio 1992 i generali dell’Aeronautica militare sono incriminati per alto tradimento per omissioni delle informazioni sull’esplosione e sui risultati dei tracciati dei radar.

Il procuratore Bucarelli viene sostituito dal Giudice Rosario Priore, che nei primi mesi del 1994  rende noti i risultati delle ulteriori perizie, ancora parziali, che escludono l’esplosione di una bomba sul DC9, che, alla fine del luglio 1994 vengono contraddette  dagli stessi periti, che si pronunciano per la bomba senza dare ulteriori precisazioni. I Pubblici Ministeri Coiro, Salvi e Rosselli e il giudice Priore rilevano vizi, contraddizioni e distorsioni nel materiale probatorio, che è pertanto inutilizzabile e alcuni periti sono estromessi per indegnità dal giudice istruttore.

Le indagini si concentrano a quel punto sullo scenario radar e richiedono la collaborazione della Nato. Alla fine di agosto del 1999 il giudice Priore sentenzia che l’incidente al DC9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento, cioè di un’operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti.

Il processo, iniziato nell’ottobre del 2000 davanti alla terza sezione della Corte d’Assise di Roma contro i vertici dell’Aeronautica incriminati, si conclude nell‘aprile 2004 per prescrizione dei termini, ma conferma che gli imputati hanno omesso le prove e hanno fornito informazioni errate alle autorità preposte. Nel frattempo viene cancellato dal nostro ordinamento il reato di alto tradimento, se non in caso di uso della forza. I vertici vengono assolti in Appello e in Cassazione all’inizio del 2006. Altri procedimentia carico di circa 80 militari dell'Aeronautica militare si sono conclusi con condanne per vari reati, tra i quali falso e distruzione di documenti.

Nel Marzo 2008 la Magistratura riapre l’inchiesta.Nel 2013 la Corte di Cassazione riconosce un risarcimento ai familiari di quattro vittime della strage di Ustica.

Nel 2014 il giudice di Palermo condanna il ministero della Difesa e il ministero dei Trasporti a rimborsare le spese di giudizio e a risarcire 14 familiari o eredi. Nel 2017 la prima sezione civile della Corte di Appello di Palermo ricostruisce la dinamica dell'atto ostile contro il DC9 da parte di un altro velivolo, confermando il depistaggio delle indagini e accusando i Ministeri implicati di non aver attuato l'intercettazione dell’aereo ostile e di non aver  garantito la sicurezza delle rotte civili sopra il mar Tirreno, condanna il ministero della Difesa e il ministero dei Trasporti a risarcire 45 familiari delle 81 vittime della strage di Ustica.

 

IL MUSEO PER LA MEMORIA DI USTICA

Il progetto del Museo per la Memoria di Ustica è stato realizzato per la tenace volontà dell’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica presieduta da Daria Bonfietti.

L’Associazione dei parenti delle vittime ottiene il recupero del DC9 nel Mar Tirreno, superando molte difficoltà di finanziamento e impedimenti, con due campagne di recupero nel 1987 e nel 1991, che riportano in superficie circa il 96% del relitto del DC-9 (l'85% della superficie bagnata dell'aereo)e molti effetti personali delle vittime.

Le parti del relitto sono ricomposte in un hangar dell'aeroporto di Pratica di Mare a disposizione per le indagini della Magistratura fino al 5 giugno 2006. Quindi con il supporto dei Vigili del Fuoco di Roma l’aereo è trasferito  a Bologna, dove Christian Boltanski procede all’allestimento del Museo della Memoria.

Il Museo per la Memoria di Ustica www.museommoriaustica.it  è inaugurato il 27 giugno 2007 (video Ero nato per volare su You tube) con il contributo di Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Ministero della Giustizia, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.VIRTUAL TOUR sul sito del museo.


ALLESTIMENTO

L’installazione permanente di Christian Boltanski al Museo per la Memoria di Ustica di Bologna circonda i resti del DC9. Le 81 vittime della strage sono ricordate attraverso altrettante luci, che dal soffitto del Museo si accendono e si spengono al ritmo di un respiro.

Intorno al velivolo ricostruito 81 specchi neri riflettono l’immagine di chi percorre il ballatoio, mentre dietro ad ognuno di essi 81 altoparlanti emettono frasi sussurrate, pensieri comuni e universali, a sottolineare la casualità e l’ineluttabilità della tragedia.

9 grandi casse nere sono disposte intorno ai resti riassemblati del DC9: ognuna di esse contiene oggetti personali delle vittime: scarpe, pinne, boccagli, occhiali e vestiti che rimangono invisibili agli occhi dei visitatori. Le loro immagini sono impaginate da Boltanski nella Lista degli oggetti personali appartenuti ai passeggeri del volo IH 870, che, coinvolgendo lo spettatore nella memoria dell’avvenimento, lo fa protagonista nella ricostruzione della verità.

 

CHRISTIAN BOLTANSKI 
artista, fotografo e regista francese (Parigi, 6 settembre 1944 – Parigi, 14 luglio 2021).

Christian Boltanski propone nel Museo l’aspetto reliquiale della testimonianza con suggestive installazioni.
Per Boltanski la dimensione evocativa del ricordo impone visioni molteplici e soggettive, dove ogni narrazione si riflette nella solitudine individuale per rimandare alla ridefinizione di una realtà di cui i visitatori sono protagonisti e complici.

Boltanski ha avuto la capacità di immaginare una vita, rielaborando gli oggetti come depositari di ricordi dal forte potere emotivo.

Il motivo centrale della sua ricerca artistica è stata la memoria personale e collettiva, combinando frammenti di realtà e di immaginazione attraverso l’uso e l’accumulo di materiali diversi.

Per l’allestimento del Museo di Ustica Boltanski ha ritenuto che non si potesse mostrare gli oggetti rinvenuti nell’aereo dietro a delle vetrine e quindi le ha rinchiuse in casse sparse accanto al relitto e ha reso le ultime frasi delle vittime in un sussurro emozionante.

L’artista ha spiegato così la sua scelta: “Volevo esprimere un sentimento di tristezza per qualche cosa che si ferma bruscamente. Per ogni persona, che nell’installazione è richiamata da uno specchio nero, come un finestrino oscurato, mi sono chiesto cosa gli stesse passando per la testa in quel momento. E, com’è naturale che sia, sono parole di vita, non parole di morte. Si chiedevano per esempio: «Mamma avrà preparato la mia cena preferita?»; oppure: «Le imposte di casa saranno già state ridipinte?». Domande che all’improvviso smettono di avere importanza. ma nascosti come in una tomba, in un ciborio.  Quando sono morti erano pieni di vita.