Associazione Davide Lajolo Onlus

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Diario

La scuola e il colibrì

03/09/2020

La scuola e il colibrì

di Laurana Lajolo

La  sfida della riapertura della scuola, al di là dei provvedimenti e delle dichiarazioni dei vari ministri, deve essere sostenuta di fatto dagli enti locali e soprattutto dai dirigenti scolastici, dai docenti, da tutto il personale e dagli studenti. E’ grazie alla loro capacità organizzativa e sul loro senso di responsabilità se si potrà fare scuola quest’anno.

Non basta distanziare i banchi, individuare nuovi spazi, disinfettare i locali, provvedere a regolamentare gli ingressi, gli intervalli e le uscite. Tutto necessario, naturalmente, ma la vera sfida è permettere che funzioni la scuola come luogo educativo e non solo come trasmissione di nozioni in presenza (o a distanza se entreremo di nuovo in emergenza).

La situazione di contagio ricade direttamente sulle modalità dell’insegnamento e dell’apprendimento e richiede strategie innovative e la riproposizione di sperimentazioni già fatte: dalla scuola all’aperto, che si sta programmando in qualche plesso come fanno i maestri di Bimbisvegli di Serravalle d‘Asti, al lavoro di gruppo in locali anche non scolastici, dall’insegnamento individualizzato all’attenzione educativa per ricostruire la socialità della classe e la crescita comunitaria.

La scuola, dopo le riforme che hanno aumentato il numero di studenti per classe e soppresso classi (e ancora le sopprimono nonostante i limiti imposti dalla pandemia), a cui mancano docenti e risorse non è strutturalmente attrezzata alla nuova situazione. Così ricade sul corpo docente il funzionamento del servizio, nonostante tutto.  Si può però utilizzare la crisi profonda che attraversiamo  progettando un “nuovo” modo di fare scuola con una più intensa collaborazione docenti- studenti nel   processo di formazione per far  crescere il senso di responsabilità collettiva con l’apporto di ciascuno nel proprio ruolo, come nella leggenda africana delcolibrì. L’uccellino porta una goccia nel suo becco per spegnere l’incendio della foresta e insegna al re leone come operare insieme.

 

LA LEGGENDA DEL COLIBRI’

Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all'avanzare delle fiamme, tutti gli animali scapparono terrorizzati mentre il fuoco distruggeva ogni cosa senza pietà. Leoni, zebre, elefanti, rinoceronti, gazzelle e tanti altri animali cercarono rifugio nelle acque del grande fiume, ma ormai l'incendio stava per arrivare anche lì.

Mentre tutti discutevano animatamente sul da farsi, un piccolissimo colibrì si tuffò nelle acque del fiume e, dopo aver preso nel becco una goccia d'acqua, incurante del gran caldo, la lasciò cadere sopra la foresta invasa dal fumo. Il fuoco non se ne accorse neppure e proseguì la sua corsa sospinto dal vento. Il colibrì, però, non si perse d'animo e continuò a tuffarsi per raccogliere ogni volta una piccola goccia d'acqua che lasciava cadere sulle fiamme.

La cosa non passò inosservata e ad un certo punto il leone lo chiamò e gli chiese: "Cosa stai facendo?". L'uccellino gli rispose: "Cerco di spegnere l'incendio!". Il leone si mise a ridere: "Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?" e assieme a tutti gli altri animali incominciò a prenderlo in giro. Ma l'uccellino, incurante delle risate e delle critiche, si gettò nuovamente nel fiume per raccogliere un'altra goccia d'acqua. A quella vista un elefantino, che fino a quel momento era rimasto al riparo tra le zampe della madre, immerse la sua proboscide nel fiume e, dopo aver aspirato quanta più acqua possibile, la spruzzò su un cespuglio che stava ormai per essere divorato dal fuoco. Anche un giovane pellicano, lasciati i suoi genitori al centro del fiume, si riempì il grande becco d'acqua e, preso il volo, la lasciò cadere come una cascata su di un albero minacciato dalle fiamme. Contagiati da quegli esempi,tutti i cuccioli d'animale si prodigarono insieme per spegnere l'incendio che ormai aveva raggiunto le rive del fiume. Dimenticando vecchi rancori e divisioni millenarie, il cucciolo del leone e dell'antilope, quello della scimmia e del leopardo, quello dell'aquila dal collo bianco e della lepre lottarono fianco a fianco per fermare la corsa del fuoco.

A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono a dar manforte ai loro figli. Con l'arrivo di forze fresche, bene organizzate dal re leone, quando le ombre della sera calarono sulla savana, l'incendio poteva dirsi ormai domato. Sporchi e stanchi, ma salvi, tutti gli animali si radunarono per festeggiare insieme la vittoria sul fuoco.

Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: "Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti ma pieni di coraggio e di generosità. Oggi tu ci hai insegnato che anche una goccia d'acqua può essere importante e che «insieme si può» spegnere un grande incendio. D'ora in poi tu diventerai il simbolo del nostro impegno a costruire un mondo migliore, dove ci sia posto per tutti, la violenza sia bandita, la parola guerra cancellata, la morte e la fame solo un brutto ricordo".

 

(3 settembre 2020)